Difficilmente si trova un artista con tali qualità tecniche e attenzione al particolare che scelga di metterle al servizio di un linguaggio ironico ed irriverente. Mi ha ricordato l’atteggiamento di alcuni artisti che, all'indomani della promulgazione delle norme sull'arte stabilite dal Concilio di Trento, si sbizzarrirono con irriverenza nelle committenze private, creando dei veri e propri capolavori. La cucina, il bagno, il salotto, la camera da letto, e gli strumenti quotidiani che accompagnano la casalinga nella ripetitiva ritmicità dei lavori domestici, si trasformano per dar vita ad una plausibile irrealtà, dove ogni scena acquista un sapore epico, poetico e teatrale. Un mondo, quello immaginato da Vania Elettra Tam, dove è concesso a chiunque, con pochi mezzi e molta fantasia, di sentirsi dea o diva, santa o peccatrice, popolana o regina.